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Come si fa a capire che il cane sta invecchiando

Come si fa a capire che il cane sta invecchiando? Purtroppo non c'è una risposta univoca a questa domanda, perché dipende da molti fattori, come la razza o le dimensioni del cane. In linea di massima comunque, si può considerare un cane maturo dopo i 7 anni di età e anziano dopo gli 11, quando cominciano a cambiare i suoi fabbisogni alimentari e di movimento.

Ciò che conta è lo stato di salute del cane

Tuttavia, il limite dei 7 anni è da considerarsi indicativo. Generalmente, i cani di taglia piccola (come per esempio Yorkshire Terrier, Maltesi, Pinscher nani e Chihuahua) hanno aspettative di vita maggiori rispetto a quelli di taglia gigante (come Alani, San Bernardo, Mastini Napoletani e Terranova). Se i cani di taglia grande difficilmente superano i 12-13 anni, le razze "toy" possono arrivare facilmente anche a 15-17 anni di vita.

Dal punto di vista veterinario, quello che conta non è tanto l’età anagrafica, quanto la condizione generale del cane che si sta osservando o visitando. Ci possono essere cani di undici anni assolutamente in forma e cani della stessa età con importanti evidenze di senescenza, più o meno accompagnate da sintomi.

È quindi solo valutando il singolo caso che un veterinario può decidere se fare o meno indagini di approfondimento e prescrivere eventuali cure.

Come si fa a capire che il cane sta invecchiando? I sintomi

Vediamo quindi, dal punto di vista veterinario, come si fa a capire che il cane sta invecchiando. Bisogna fare attenzione a eventuali sintomi o malattie tipiche del cane anziano, come quelle:

  • croniche osteo-articolari (fenomeni artrosici) fortemente compromettenti per la dolorabilità e le insufficienze o disfunzioni di organi che interessano soprattutto cuore, reni e fegato. Queste disfunzioni possono celarsi nelle fasi iniziali, se non ricercate con check-up periodici programmati, e manifestarsi inizialmente con sintomi molto variabili e generici, quali mancanza o diminuzione dell’appetito, o più specifici come difficoltà respiratoria, tosse, aumento di volume dell'addome, della frequenza e quantità di urine emesse oppure, letargia, ittero e diarrea;
  • endocrine come il morbo di Cushing e il diabete mellito la cui diagnosi richiede indagini specifiche ed eventualmente terapie efficaci che riescono ad allungare la vita all’animale;
  • oncologiche che possono colpire qualsiasi organo e apparato. Sono, per esempio, molto comuni i carcinomi della mammella, i linfomi, le neoplasie testicolari, il mastocitoma e i sarcomi dei tessuti molli. Da questo punto di vista, nei cani di razza pura si registrano tassi di incidenza superiori rispetto ai cani meticci.

I fattori che incidono: razze, sesso ed età

La razza, il sesso e l'età possono incidere sulla comparsa di malattie oncologiche del cane perché:

  • tramite il calcolo Smr (Standardized morbidity ratio), inteso come il rischio relativo di una razza rispetto alla popolazione media di sviluppare una neoplasia, si evidenzia che alcune razze possano avere un rischio nettamente superiore di sviluppare una neoplasia. Per esempio: i boxer (SMR=4), gli schnauzer (SMR=3,6), i dobermann (SMR=2,6). Al contrario, razze come il setter inglese e l’epagneul bretone sembrano evidenziare rischi inferiori rispetto alla media della popolazione (SMR = 1);
  • si osserva un tasso di incidenza superiore nelle femmine rispetto ai maschi. Questo dato è spiegabile dall’elevata incidenza di neoplasie mammarie, che rappresentano circa il 50% di tutte le neoplasie diagnosticate nei cani di sesso femminile;
  • il rischio aumenta già a 4 anni di età, raggiungendo il picco di incidenza tra i 10-12 anni.

Come per l'oncologia umana, anche negli animali la possibilità di intervenire sulle patologie oncologiche è basata su una diagnosi precoce senza la quale diventa sempre più complesso trovare soluzioni. Per questo motivo, quando il cane inizia ad avvicinarsi alla vecchiaia, è fondamentale ridurre i tempi tra una visita veterinaria e l’altra per essere sicuri di prendere sul nascere eventuali malattie. 

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